- Trump promuove un nuovo gruppo di politici leali.
- La trasformazione del governo federale è ambiziosa.
- L’elite anti-establishment combatte contro i Democratici.
- Il populismo di Trump presenta contraddizioni interne.
- Si profila il concetto di ‘Muskoligarchia’ con tecnocrati diversi.
- Le politiche mirano a purgare le voci dissonanti.
Una nuova era di politici leali a Trump
Il panorama politico statunitense si sta trasformando, poiché il presidente Donald Trump è ora affiancato da un nuovo gruppo di politici ed ufficiali. Mentre una delle sue promesse era quella di abbattere le “elites corrotte” che, secondo lui, inondano l’arena politica americana, il suo secondo mandato sembra invece concentrare il potere attorno a coloro che sono stati scelti in base alla loro lealtà politica nei suoi confronti. Questo nuovo clan non si è limitato ai suoi seguaci più fedeli, ma ha incominciato a tessere una rete piuttosto ambiziosa, orientata a trasformare il governo federale senza giungere all’inevitabile oligarchia che vorrebbero avversare.
Un attacco diretto all’establishment liberale
Il focus dei media su idee come rendere il Canada il 51° stato degli Stati Uniti o sull’appoggio di Elon Musk ai partiti di estrema destra in Europa ha finito per oscurare gli obiettivi ambiziosi del nuovo elite politica. Questa nuova generazione di repubblicani pro-Trump mira a sovvertire la dominante elite democratica, combattendo strenuamente contro tutto ciò che essa rappresenta. La loro azione non si limita a criticare, ma cercano di istituire la propria versione di elitismo, con valori diversi da quelli della tradizione liberale e una chiara avversione verso il cosiddetto “wokeism”.
Populismo e le sue complicazioni sull’elite
Un tratto distintivo del discorso anti-elite di Trump è il suo appello diretto al popolo, enfatizzando la necessità di liberarsi di un elite democratica che non soddisfa le esigenze genuine dei cittadini. In sostanza, quello che vediamo è una rivolta degli elite stessi, mascherata sotto il manto del populismo. Come segnalato dal teorico della politica John Higley, questa dinamica potrebbe minacciare le fondamenta delle democrazie occidentali. In effetti, il nuovo elite sta tentando di denigrare le istituzioni consolidate, coccolando al contempo un retaggio di potere tra coloro che si sono allineati con i principi trionfanti di Trump.
Il concetto di una ‘Muskoligarchia’ è complesso
La formazione di una cosiddetta “Muskoligarchia” ha suscitato interesse, unendo i baroni della tecnologia come Elon Musk con la causa di Trump. La nozione di un’élite economica che si unisce per sostenere un’agenzia governativa innovativa, il “Department of Government Efficiency” o DOGE, rappresenta un’aspettativa intrigante di alleanze. Tuttavia, gli osservatori avvertono che, nonostante il tentativo di apparire come unita, questa nuova elite possiede una struttura sociologica molto eterogenea, tenuta insieme solamente dalla fedeltà al leader MAGA. Ciononostante, i gruppi all’interno di questa elite unificata si stanno orientando attorno ad un programma condiviso, volto a liberarsi dell’influenza degli insider democratici.
Riforma e lealtà nel governo federale
Le affermazioni di Reagan nel 1981 che il governo è il problema si incarnano nel discorso anti-elite di questa nuova amministrazione Trump. La convinzione che una “elite non eletta” sta minacciando la democrazia è prevalente, e i chiari segni di questo trend fanno presagire un periodo di purghe politiche verso i membri dell’elite democratica. Infatti, Kash Patel, un candidato alla direzione dell’FBI, ha già delucidato su come sia essenziale ripristinare un certo ordine a scapito di coloro considerati “sleali”. Con individui come Russell Vought alla guida di uffici chiave, il clima politico all’interno del governo potrebbe prendere una piega sorprendente e inaspettata.
Ristrutturazione dello stato: un obiettivo ambizioso
Il programma Project 2025, redatto da oltre 400 esperti e accademici, offre una guida dettagliata per la ristrutturazione dello stato. Questa iniziativa ambiziosa mira a garantire che coloro che operano all’interno dell’amministrazione siano allineati politicamente con i principi di Trump e non abbiano attitudini discutibili. Anche se certi approcci ricordano le politiche neoliberali di Reagan, in realtà segnalano un obiettivo più profondo: trasformare l’elitismo democratico in un elitismo populista perenne, riscrivendo le regole del gioco politico.
Il fenomeno di Trump e della sua élite anti-establishment sta accelerando nell’ambito politico americano. Da una parte, vi è la ferma intenzione di smantellare l’élite democratica; dall’altra, la creazione di una nuova élite che, sebbene affermi di rappresentare l’elettore comune, si comporta in modo simile ai suoi predecessori. La sfida non è solo l’opposizione al potere dell’elite, ma la struttura sottostante della democrazia americana stessa sta vivendo una ristrutturazione profonda e significativa.