Gli zoo: un riflesso delle ideologie nel tempo
Panda e politica – dall’era della Seconda Guerra Mondiale alla Guerra Fredda, gli zoo hanno sempre svolto un ruolo ideologico. Il presidente Donald Trump ha emesso ordini esecutivi che mirano a cambiare politiche da lungo tempo consolidate, e ultimamente il focus si sta spostando sugli zoo. Il 27 marzo 2025, Trump ha firmato un ordine per ripristinare la “verità e la sanità” nei siti storici federali, compreso il National Zoo di Washington, D.C., parte integrante del Smithsonian dal 1890. L’ordine invita il vicepresidente JD Vance a cercare e rimuovere l’ideologia “impropria” nelle istituzioni, il che ha sollevato critiche e risate. Il conduttore di “Late Night” Seth Meyers ha sottolineato l’assurdità del suggerire che gli zoo possano indottrinare i visitatori. In effetti, molti, storicamente, sono stati visti come professionisti scientificamente obiettivi e neutri.
Una storia intrisa di conflitti e ideologie
Da sempre gli zoo hanno functionato come strumenti per giustificare l’esplorazione coloniale e dare peso alle idee eugeniste. Sotto le ideologie che hanno caratterizzato il ventesimo secolo, gli zoo sono stati utilizzati per scopi politici e sociali. Durante gli anni Venti e Trenta, per esempio, Benito Mussolini si mostrava al pubblico al giardino zoologico di Roma appollaiato nella gabbia dei leoni, incapsulando il coraggio e la vitalità del fascismo. Il mio libro del 2025, intitolato “World War Zoos: Humans and Other Animals in the Deadliest Conflict of the Modern Age
Lo sfruttamento degli zoo nelle guerre e nei regimi
Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, molti zoo nordamericani e britannici accettarono di adattarsi all’ideologia di sacrificio. Ciò significava tagliare gli stipendi dei lavoratori e trarre vantaggio da forniture a razionamento. Inoltre, la sicurezza pubblica diventava una priorità, portando a sloggiare o sacrificare animali considerati minacce in caso di attacco. Nelle politiche di regime autoritario, gli zoo erano totalmente controllati, come evidenziato dai metodi estremi adottati in Giappone e Germania. Dalla sterminazione di più di 200 animali allo Zoo di Londra all’esecuzione di “omicidi di propaganda” a Tokyo, la brutalità si è rivelata spietata. Anche i giardinieri Sovietici furono immessi nell’ideologia, dando contributi pratici per sostenere lo sforzo bellico.
I panda giganti e i conflitti ideologici
Nel periodo della Guerra Fredda, il cambiamento ideologico continuò a permeare gli zoo. Il caso più emblematico fu il rapporto tra gli zoo di Berlino Est e Ovest, simboli di visioni ideologiche opposte. I panda giganti, originari della Cina centrale, divennero rappresentazioni ideologiche. Negli anni Cinquanta e Sessanta, il governo USA negò l’importazione di panda, considerandoli “bene nemico”, ma questo cambierà nel 1972. Nixon rientrò dall’China con i primi panda inviati negli Stati Uniti. Oggi, ci sono nuovi panda, Bao Li e Qing Bao, che oggi mostrano le “ambasciatori soft power” di Pechino presso il National Zoo