Iniziativa di dimissioni proposta dall’amministrazione Trump.
L’amministrazione Trump sta offrendo a circa 2 milioni di funzionari federali l’opzione di una “dimissione differita”, una possibilità di lasciare il lavoro ma con stipendi garantiti fino a settembre. Un alto funzionario dell’amministrazione ha indicato a NBC News che si prevede che il 5%-10% della forza lavoro federale deciderebbe di dimettersi, generando potenzialmente risparmi intorno ai 100 miliardi di dollari. A tal fine, tutti gli impiegati a tempo pieno del governo federale sono idonei, eccezion fatta per chi lavora nel settore militare, per il servizio postale, o in ruoli legati alla sicurezza nazionale e all’immigrazione.
Dettagli e modalità di risposta per i lavoratori.
Karoline Leavitt, segretario stampa della Casa Bianca, ha dichiarato che “i contribuenti americani meritano lavoratori che si presentano ai loro posti”. Nella comunicazione inviata agli impiegati, c’era un modello di lettera di dimissioni che potevano utilizzare facilmente. Se un lavoratore decide di dimettersi, può semplicemente rispondere con la parola “dimettiti”. Tuttavia, la finestra per formalizzare queste dimissioni è dal 3 gennaio fino al 6 febbraio.
Critiche e confronti con altre aziende tech.
Everett Kelley, presidente della AFGE, ha criticato aspramente questa iniziativa, affermando che “non deve essere vista come volontaria” e ha aggiunto che il numero di funzionari pubblici non è cambiato significativamente dal 1970. La purga dei funzionari fedeli avrà gravi ripercussioni per coloro che necessitano di un governo funzionante. Inoltre, il parallelo con l’email inviata da Elon Musk ai suoi dipendenti di Twitter solleva interrogativi sulla volontà di ridurre ulteriormente la forza lavoro. Certo è che il tema dell’email è “Un bivio”, il che solleva inquietanti analogie.